Luca Carbone
Sono veramente molto contento di aver partecipato a questo progetto di Servizio Civile, è stata un'esperienza molto forte, bella, e al suo temine mi trovo arricchito e cresciuto.
Quando ho presentato la domanda avevo da poco concluso il tirocinio post laurea per psicologo presso un centro terapeutico dell'Emmanuel e allora, come oggi, facevo anche volontariato in alcuni servizi della Comunità. Pensai quindi che il Servizio Civile nell'Ufficio Scuola e Formazione sarebbe stato un ottimo sviluppo – peraltro estremamente formativo – del mio servizio presso l'Emmanuel.
Per sostenere il colloquio di selezione c'è stato bisogno di studiare bene, ed è stata una formazione preliminare di fondamentale introduzione al tema, le life skills, su cui avremmo lavorato per un anno. Un tema di grande attualità, che volevo approfondire e su cui sicuramente ancora oggi voglio lavorare, nella mia attività di psicologo. Ad oggi, sogno di occuparmi di scuola, clinica e organizzazioni, e l'esperienza di “A Scuola con Emmanuel”, mi ha fornito importanti strumenti per orientarmi più consapevolmente verso questi orizzonti.
Fulcro della mia personale esperienza di questo progetto è sicuramente l'ufficio! Tutte le esperienze vissute lì, la formazione, la relazione con gli altri volontari, l'interazione con l'OLP e con tutti i professionisti con cui abbiamo potuto interloquire e da cui abbiamo preso e appreso tanto, sono state fucina di significativa crescita personale.
E dell'esperienza con le scuole, che dire? Ricordo con grande emozione la maggior parte dei momenti condivisi coi ragazzi. La loro intelligenza, la loro profondità, le emozioni messe in gioco e le relazioni createsi fanno già parte del mio bagaglio di ricordi professionali e di vita a cui attingo quando parlo di me, della mia vita e del mio lavoro, oltre a costituire una ricca aneddotica che già spesso mi è venuta in aiuto per parlare di psicologia dell'educazione.
Servire l'Italia in questo modo è stato un grande onore, innanzitutto. Ma un Servizio Civile così, che ti avvicina alle persone e a te stesso con così sottile efficacia, è un'esperienza che tutti i giovani dovrebbero fare.
Elison Ronzino
Qualche mese fa parlando della mia avventura nel Servizio Civile, decisi di utilizzare una metafora adatta a descrivere al meglio ciò che rappresentava per me il percorso svolto (fino a quel momento) con il progetto “A scuola con Emmanuel”: attuato nelle scuole, organizzato, rimodulato e valutato in ufficio. Parlai di un trampolino di lancio, che ho sempre sperato fosse orientato verso il mondo del lavoro!
La formazione ricevuta mirava ad accrescere in noi -operatori volontari- una professionalità individuale e collettiva.
L’esperienza vissuta nelle scuole (non del tutto nuova per me) ha sottolineato la mia capacità di collaborare con le istituzioni scolastiche e la mia volontà di spendermi nell’educazione dei giovanissimi; la tematica affrontata durante gli interventi mi ha spinta inizialmente ad investire tempo ed energie in questo progetto, successivamente a diffondere l’importanza ed il significato delle Life Skills anche in ambienti differenti!
La collaborazione con il gruppo ha svelato delle capacità personali che mi hanno incoraggiata più volte durante le ore di servizio e ha posto difronte a me dei limiti che sto imparando a gestire.
Operare la prevenzione, praticare l’educazione, riscoprire competenze e limiti propri e altrui sono azioni inevitabili; continuare a motivare se stessi e il proprio gruppo a dare il meglio di sé è lo spirito giusto, con il quale è possibile affrontare l’intero percorso in modo costruttivo. Vorrei invitare ogni giovane a vivere l’esperienza del Servizio Civile, che oggi mi piace definire come un giro di prova nel mondo del lavoro.
Veronica Vetrano
Per quanto riguarda me, l’esperienza del Servizio Civile ha potenziato vari aspetti della mia persona. A partire dalle conoscenze che sono state incrementate dalla formazione Specifica per quanto riguarda il mondo del Consorzio Emmanuel fino a quelle prettamente professionali e del micro e macro mondo a cui appartengo a cui la formazione Generale ha dato un senso e un significato totalmente nuovi. Porto un esempio per tutti, la lettura della Costituzione Italiana come mai letta e riflettuta prima mi ha dato la possibilità di ragionare in modo nuovo e rapportarmi al contesto con maggiore consapevolezza e partecipazione, mi sono sentita parte di un gruppo più grande, cittadina di un complesso ambiente che se conoscessimo più a fondo ci potrebbe fornire più stimoli per agire per noi e per gli altri.
Parlando dell’esperienza nelle scuole, invece, ho scoperto potenzialità e competenze che non pensavo di possedere. Pur avendo una formazione come educatrice e pedagogista non mi ero mai trovata a lavorare in questo contesto formativo e con un’utenza così giovane. Ho scoperto che so lavorare con e nel gruppo classe, che so programmare e progettare interventi educativi con guardino non solo all’insieme, ma ad ogni singolo bambino, mettendo a frutto tutto ciò che l’università mi ha insegnato. Mi sono però resa conto che studiare sui libri è totalmente diverso che fare esperienza diretta con certe dinamiche che mettono a nudo la tua professionalità e la tua umanità. I bambini e i ragazzi che hanno partecipato all’evento ti permettevano di metterti di fronte ad uno specchio e riconoscere non solo le lacune e le mancanze professionali, ma anche i limiti caratteriali e personali con i quali fare i conti in ogni relazione d’aiuto. Capisci che se non limi questi spigoli o non riesci ad essere consapevole dei tuoi processi mentali, delle tue emozioni e delle tue difficoltà relazionali non potrai mai trasmettere appieno ciò che sono le tue competenze e non potrai essere totalmente utile in determinati contesti come quello della scuola. Le life skills non sono state solo strumento per promuovere il benessere della persona e contrastare i comportamenti a rischio in cui i giovani d’oggi sono esposti, ma anche a noi operatori che abbiamo riflettuto e fatto un atto di introspezione mentre portavano nelle scuole tale intervento.
Mi sono rimasti impressi nella mente e nel cuore ogni sguardo, ogni parola e ogni sorriso, anche le difficoltà e i doni che i bambini c facevano ogni qualvolta sentivamo il loro bisogno di parlare e di esprimersi con qualcuno. Purtroppo il troppo poco tempo non ci ha permesso di approfondire alcune tematiche emergenti, ma anche questo mi ha fatto tornare alla realtà: eravamo lì per un determinato obiettivo, già sufficiente a portare cambiamento e a far emergere domande a cui solo il tempo può dare delle risposte.
Fondamentale sono stati i momenti di gruppo, coadiuvato dalla OLP, in cui ci siamo potuti confrontare e in cui i nostri vissuti sono stati espressi ed accolti senza pregiudizi, in cui ci siamo potuti confrontare in verità e anche discutendo animatamente su ciò che ci aveva dato fastidio, su ciò che non condividevamo per continuare a crescere e capire quale elemento personale risuonava e a volte contrastava il nostro operato.
È stata una continua crescita professionale e umana che mi ha arricchita e che mi ha fatto trasformare, mi ha dato anche il coraggio di parlare di fronte a una grande platea e combattere l’imbarazzo o la troppa voglia di emergere, mi ha fatto prestare maggiore attenzione agli altri e ha aumentato il mio senso di rispetto verso i colleghi con i quali lavoravo in équipe, favorendo lo sviluppo del mio ascolto attivo e del mio atteggiamento assertivo invece che aggressivo e prepotente.
Mi sento di ringraziare davvero tutti per questa grande opportunità, ricordando che quest’esperienza farà parte del mio bagaglio personale e facendone buon uso ogni qual volta mi troverò ad affrontare situazioni difficili e impreviste.
Ilaria Guacci
L’esperienza del SC mi ha permesso di crescere a livello personale e professionale.
La mia crescita ha sempre previsto esperienze nel sociale, è stato questo a portarmi a fare domanda per il Servizio Civile nel Consorzio Emmanuel. L’interesse è scaturito dalla tematica del progetto di “A Scuola con Emmanuel”, ovvero quello di portare le Life Skills nelle scuole come strumento principe di prevenzione e promozione del benessere globale della persona.
Personalmente non avevo grande esperienza con i bambini, questa è stata una bella sfida, altrettanto lo è stata trovarmi a lavorare in gruppo.
Il nostro gruppo è stato composto da persone con grande professionalità ed umanità, siamo molto diversi tra noi questo ha comportato nel corso dell’anno continui confronti rivelatisi utilissimi per la crescita di ognuno di noi. Oggi posso dire che sono stata fortunata ad aver incontrato ognuno di loro perché questo mi ha permesso di lavorare su diversi aspetti di me stessa, di smussare alcuni lati del mio carattere e farne emergere degli altri.
E’ stata per me bellissima ogni fase del progetto, partendo dalla formazione.
Ogni ora trascorsa con i professionisti della formazione generale e specifica è stata un arricchimento, siamo passati dalle tecniche di gruppo ad argomenti di contemporaneità che ci hanno permesso di sperimentare in prima persona le Life Skills oggetto principale del progetto.
Mi ha colpito molto la disponibilità di alcuni professionisti nel continuare a formarci sulla progettazione, ambito da me personalmente inesplorato, e per il quale attualmente nutro molto interesse.
La fase di strutturazione dei laboratori, avvenuta all’inizio in concomitanza con la formazione e con la prima fase di conoscenza tra noi sei volontari, è stata rivelatrice. Ognuno di noi aveva un’idea, che partiva da esperienze e conoscenze diverse, abbiamo iniziato in questo modo a confrontarci e sono emerse le predisposizioni di ognuno di noi. E’ in questa fase che abbiamo strutturato il progetto “Stop&Go”, abbiamo ideato tutto, laboratori, nomi, loghi. Abbiamo iniziato a sentirci appartenenti al gruppo.
Con il passare dei mesi, nei quali abbiamo contattato le scuole, concordato orari, elaborato il materiale necessario è arrivato il fatidico giorno di ingresso nelle classi. E’ stata un’esperienza che ha superato le mie aspettative. Tutte le mie paure si sono rivelate infondate ( si apriranno con noi i ragazzi? 3 incontri non sono troppi? Sono pochi? Si annoieranno?), i ragazzi sono stati attenti e partecipativi, hanno instaurato un ottimo rapporto con noi e si sono divertiti. Sintomatica è stata la tristezza espressa per la fine del percorso il terzo giorno.
Il progetto prevedeva una seconda fase di partecipazione ad un concorso, la cui premiazione è avvenuta il 31 maggio, con la partecipazione di tutti gli alunni coinvolti, dei docenti e dei genitori.
Tale occasione è stata utile per chiudere il cerchio, salutare, ringraziare i ragazzi e rimandare a tutti presenti il lavoro svolto.
Nel corso degli ultimi mesi abbiamo elaborato i dati raccolti e organizzato un ultimo evento, tenutosi il 10 Novembre, aperto a genitori docenti e a chiunque a vario titolo fosse interessato alla prevenzione e promozione del benessere globale della persona. E’ stato l’occasione per far conoscere il lavoro svolto e promuovere l’importanza del Servizio Civile.
Questa esperienza mi ha arricchito sotto ogni punto di vista, mi ha permesso di mettermi in gioco, scoprire nuove mie capacità e scontrarmi con alcuni miei limiti, mi ha permesso di rendermi parte attiva in un progetto in cui ho creduto e che ha portato buoni risultati, di costruire nuovi rapporti umani e professionali.
E’ un’esperienza che se potessi rifarei e che consiglio vivamente a tutti.
Angelica Dell’Anna
Se ripenso all’incredulità con cui i primi mesi osservavo e collaboravo alla realizzazione del progetto con i miei colleghi, provo tanta gioia e soddisfazione per come si sono poi svolti gli incontri, per la partecipazione ed entusiasmo con cui i ragazzi si lasciavano coinvolgere dai laboratori e per il loro contributo emotivo che ha accresciuto in me una forte sensibilità verso il loro piccolo ma grande mondo di bambini – ragazzi adolescenti. È stato fondamentale saper utilizzare il loro linguaggio, comprendere le dinamiche del gruppo classe che via-via emergevano durante gli incontri, saper facilitare i conflitti, accogliere e contenere la loro emotività che come un fiume in piena, travolgeva la mia. Ora che la mia esperienza di volontaria è volta al termine, mi rendo conto del percorso di crescita che ho vissuto sia da un punto di vista professionale che umano. Collaborare e confrontarmi in gruppo, spronarmi all’inventiva e all’adesione al compito, esprimere i problemi organizzativi e riuscire a mediare i conflitti di comunicazione, gestire le mie emozioni e le relazioni che si instauravano con i ragazzi durante i laboratori, mi ha insegnato ad essere superpartes nei loro racconti di vita, in modo da non perdere di vista il mio ruolo di volontaria e di riuscire a comunicare in modo efficace anche con i referenti delle scuole. Inoltre, è aumentata la mia autoconsapevolezza di poter superare le mie perplessità di sperimentarmi in nuovi contesti senza il timore del giudizio, superando il concetto di prestazione e focalizzandomi sulla flessibilità e la tolleranza, essenziale quando si lavora in gruppo. È stato fondamentale allenare la mia capacità di ascolto e di analisi del contesto per inserirmi in modo efficace e non fuorviante, nella fattispecie dell’istituzione scolastica provata dal numero degli alunni e dalle loro problematiche cognitive e affettive. Utilizzare le life skills non solo in modo divulgativo perché focus del progetto, ma anche in modo personale è stato pregnante per lo sviluppo delle mie risorse relazionali ed utile per stabilire un rapporto di fiducia con i ragazzi che partecipavano ai laboratori. Si è così concluso un anno ricco di esperienza formativa e umana, in cui mi rendo conto del percorso in salita che ho personalmente svolto e del traguardo raggiunto come Volontaria del Servizio Civile Nazionale alla luce dei risultati ottenuti.
Sara Calogiuri
Credo che ciò che mi rimarrà di più della mia esperienza
di servizio civile sarà l'aver imparato più che mai a stare in relazione.
Premetto che nel momento in cui ho fatto domanda per partecipare al concorso,
l'unico mio obiettivo era quello di fare esperienza nel mondo lavorativo,
specialmente in una realtà molto affermata del mio territorio, in un settore,
quello dei minori, che mi metteva molto alla prova. In effetti tutto ciò che ho
imparato, sentito ed esperito quest'anno mi ha reso più competente: dalla
pratica vera e propria di ideare e attivare laboratori nelle classi primarie e
medie, all'imparare a relazionarsi con i bambini/ragazzi come professionista,
all'interfacciarsi con il mondo della scuola e delle famiglie. Tutto quello che
ho imparato quest'anno sarà sempre parte del mio bagaglio preziosissimo di
esperienza. Ma ciò che più di tutto mi porto a casa sono le relazioni
instauratesi, l'aver imparato a contare su me stessa ma anche sugli altri,
saper riconoscere i miei limiti senza vergognarmene e riconoscere quelli altrui
senza giudicare, sapermi relazionare ad una responsabile, senza dimenticare il
suo lato umano, imparare a "convivere" con personalità diverse tutti
i giorni per 6 ore al giorno, imparando a prendere le misure, senza pretendere
che queste siano mai definitive. L'esperienza di servizio civile non è solo
un'esperienza lavorativa, è un'esperienza di vita, in cui si cresce come
professionisti ma soprattutto come persone. Lo consiglio a tutti!









